«Paola Barocchi ha lasciato l’Università di Lecce nel 1968: aveva ormai vinto la cattedra di Storia dell’arte alla Scuola Normale di Pisa, dove è tuttora e dove fu, si badi bene, giammai direttore, come avrebbe meritato per il suo tipo di doti, ma vicedirettore per ben venticinque anni (bisognerà pur farla, prima ο poi, la storia del miope maschilismo culturale italiano!).
Nel 1970 fui invitata a tenere un seminario di un mese in Normale. Ormai non mi stupivo, ma godevo lo spettacolo di quella magia organizzativa, appresa a Lecce, che poteva andare da un corso sul Vasari alla provvista di patate per la mensa della Normale.
Dedicandosi solo alla ricerca e avviando a essa i suoi allievi normalisti, ha ben risposto alle offerte di un lusinghiero destino: è diventata nella cultura italiana un Maestro alla guida di eccellenti allievi, perché le nature come la sua pensano sempre al di là di se stesse.»
Maria Corti, Paola Barocchi nel ‘mio libro della memoria’, in «Studi di Memofonte», 19, 2017, pp. 17-20 (già «Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa. Classe di Lettere e Filosofia», s. 4, 6, n. 1, 2001, pp. 249-254)