Diario dell'emergenza
19 agosto 1944
La personale educazione al figurativo di Maria adolescente, alimentata dalla famiglia, dalle frequentazioni e da studi appassionati, si trasforma nelle pagine del suo diario in un esercizio descrittivo costante, attraverso il quale recuperiamo la dimensione visiva di quei giorni. Lo sguardo di Maria accarezza monumento per monumento, via per via, palazzo per palazzo, non c’è una pagina del diario in cui il patrimonio non venga evocato prima con serenità, quasi fosse presenza rassicurante, poi con terrore e infine con una rabbia feroce, pur nella pacatezza lucida e a tratti ironica che contraddistingue l’intero diario.