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Lorenzo Delleani, I musei, 1871, Torino GAM

Immagini dei musei italiani: il pubblico

UNA TRADIZIONE CHE VIENE DA LONTANO
Le antiporte dei cataloghi delle collezioni scientifiche

I frontespizi incisi delle collezioni di storia naturale, ricchi di allegorie e simboli, includono talora figure che osservano, indicano o contemplano la collezione, incarnando lo spettatore ideale.

Più che raffigurare folle reali, tali immagini costruiscono un pubblico selezionato e intellettualizzato: filosofi, studiosi, visitatori nobili, disposti in pose teatrali davanti a gabinetti di curiosità o meraviglie naturali. Il loro sguardo riflette quello del lettore, invitato a partecipare a un atto condiviso di contemplazione e scoperta.

Le antiporta dei cataloghi delle collezioni di Ferrante Imperato, Ferdinando Cospi e Atanasio Kircher non solo introducono la collezione, ma costruiscono anche un modello del suo pubblico: colto, riflessivo, moralmente o politicamente elevato. Il museo diventa un palcoscenico, e il pubblico — pur immaginato — è parte essenziale della rappresentazione del sapere.

Antiporta della Historia Naturalis di Ferrante Imperato, 1599
Lorenzo Delleani, I musei, 1871, Torino GAM
PUBBLICO / PUBBLICI
LE AUTORITÀ
Il museo come spazio del potere

I musei sono stati palcoscenici in cui il potere incontra la cultura, come testimoniano la presenza di monarchi e autorità in questi spazi e il loro ruolo in inaugurazioni e riaperture ....

Gagneraux, Incontro di Gustavo III e Pio Vi al Museo Pio- Clementino, 1786
Galleria degli Uffizi, copista
GLI ARTISTI
Il museo come raccolta di modelli

Musei e collezioni non sono stati solo luoghi di contemplazione, ma anche spazi di apprendimento. Tra le presenze più familiari vi sono gli artisti che per esercizio o per professione — i copisti — riproducono statue e dipinti...

LE VISITATRICI
Il museo come spazio sociale

La presenza delle donne tra i visitatori dei musei in Italia si è evoluta da un ruolo marginale a una partecipazione sempre più autonoma e diversificata ...

Corcos Vittorio, Visitatrice al Museo Nazionale di Napoli (1890-1895)
Museo Nazionale di Napoli, 1943
DIRETTORI, CUSTODI E OPERAI
Il museo dietro le quinte

In riprese documentarie e immagini “dietro le quinte”, il personale è raffigurato mentre maneggia con cura o movimenta le opere, sorveglia le sale e allestisce mostre...

UN PUBBLICO IDEALE PER UN MUSEO IDEALE
Il museo immaginato

In dipinti, stampe, film e fotografie messe in scena, i musei italiani sono stati spesso immaginati non come templi silenziosi dell’arte, ma come spazi vivi, animati dalla presenza del pubblico. Queste vedute immaginarie — idealizzate, critiche o nostalgiche, satiriche — riflettono atteggiamenti mutevoli verso la cultura e la fruizione.

Pannini, Galleria con viste di Roma antica, 1758
LE AUTORITÀ
Il museo come spazio del potere

I musei sono stati palcoscenici in cui il potere incontra la cultura, come testimoniano la presenza di monarchi e autorità in questi spazi e il loro ruolo in inaugurazioni e riaperture. Queste immagini catturano una coreografia cerimoniale: esponenti del potere che si soffermano davanti a capolavori e che dialogano con i curatori. Dietro ogni visita si cela un messaggio — di mecenatismo, legittimazione o orgoglio nazionale. Nell’Ottocento, simili occasioni riflettevano spesso ambizioni imperiali o la missione civilizzatrice dei nuovi stati-nazione. Nel Novecento e nel nuovo millennio, mostrano il ruolo in evoluzione della leadership nella costruzione della memoria pubblica e nella diplomazia culturale.

Questa narrazione visiva ci invita a riflettere: in che modo i musei legittimano il potere? E, viceversa, come il potere dona visibilità alla cultura?

GLI ARTISTI
Il museo come raccolta di modelli

Musei e collezioni non sono stati solo luoghi di contemplazione, ma anche spazi di apprendimento. Tra le presenze più familiari vi sono gli artisti che per esercizio o per professione — i copisti — riproducono statue e dipinti, spesso sotto lo sguardo dei visitatori.

Questa pratica, un tempo parte fondamentale della formazione accademica, riflette la doppia natura del museo: galleria e aula, esposizione e laboratorio.

La loro presenza ci ricorda che il museo non è un archivio immobile di capolavori compiuti, ma un luogo dove l’arte continua a essere studiata, interpretata e reinventata.

Galleria degli Uffizi, copista
LE VISITATRICI
Il museo come spazio sociale

La presenza delle donne tra i visitatori dei musei in Italia si è evoluta da un ruolo marginale a una partecipazione sempre più autonoma e diversificata. Inizialmente limitato da norme sociali e ostacoli educativi, l’accesso femminile ai musei si è progressivamente ampliato parallelamente all’aumento dell’alfabetizzazione, della mobilità e dell’impegno civico delle donne.

Questa trasformazione riflette più ampi processi di emancipazione e visibilità pubblica, facendo dei musei non solo luoghi di conservazione del patrimonio, ma anche specchi delle mutevoli dinamiche di genere nella società italiana.

Corcos Vittorio, Visitatrice al Museo Nazionale di Napoli (1890-1895)
DIRETTORI, CUSTODI E OPERAI
Il museo "dietro le quinte"

In riprese documentarie e immagini “dietro le quinte”, il personale è raffigurato mentre maneggia con cura o movimenta le opere, sorveglia le sale e allestisce mostre. I custodi, invece, sono spesso raffigurati come presenze vigili, fermi negli angoli o lungo i corridoi: custodi della sicurezza, ma anche mediatori tra l’arte e il pubblico. Queste raffigurazioni mettono in discussione l’idea del museo come santuario statico, rivelandone la dipendenza da un lavoro umano, competente e continuo. Includere tecnici e custodi nell’inquadratura visiva e narrativa significa ripensare il museo non solo come luogo di contemplazione, ma come ambiente complesso e collaborativo.

Museo Nazionale di Napoli, 1943
Moriani, Scuole diverse [ord. Salazaro]

"Scuole diverse"

L’opera raffigura la “Sala dei Raffaello” come doveva apparire in seguito all’ordinamento della Pinacoteca del Museo Nazionale di Napoli effettuato da Demetrio Salazar nel 1866 e smantellato a partire dal 1901.

In questo ironico dipinto, Luigi Moriani mette in scena un incontro tra mondi distanti: quello dell’arte accademica e quello di un pubblico popolare, forse rurale, che osserva con stupore e ingenuità le opere esposte. Il titolo gioca sul doppio significato di “scuole”: le scuole pittoriche alle pareti e quelle sociali e culturali rappresentate dai visitatori.

Il museo è raffigurato non come tempio silenzioso, ma come spazio vivo, attraversato da sguardi, emozioni e incomprensioni. Qui l’arte si fa specchio — e a volte contrasto — rispetto alla realtà sociale dei visitatori.

La scena suggerisce una riflessione sulla democratizzazione della cultura e sul ruolo del museo come luogo di educazione, meraviglia e talvolta spaesamento.

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